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Immagine del redattoreFrancesca De Rose

Bisogna avere in sé il caos per partorire una Stella che Danzi (Friedrich Nietzsche)

Stamattina, scorrendo, nella Home di Facebook, ho avvertito in molti post, e nei commenti, tanta paura, tanti dubbi, forse anche tanta insicurezza, per ciò che sarà, fra un mese, fra sei mesi, fra un anno.


Tutti, abbiamo dentro di noi, chi più, chi meno, quelle piccole incertezze.

Tutti siamo caoticamente confusi dentro di noi, ma poi si ragiona, si cercano soluzioni, si combatte e si riesce.

A volte bene, a volte no.


Nelle mie reminiscenze filosofiche, mi ricordo questa frase di Nietzsche che è così vera e così difficile da accettare. Ma tutti hanno un caos e poi anche il mondo è nato dal Caos.


Mentre scrivo, vado sul web, e cerco la parola "caos" e ho trovato questa frase detta da Henry Adams, accademico della fine dell'800: "Il caos spesso genera la vita, laddove l'ordine spesso genera l'abitudine".


Quindi conviviamo con i nostri dubbi e le nostre confusioni e poi da tanto caos qualcosa nascerà.


Eravamo, diventati, troppo abitudinari, nelle relazioni, personali e professionali, troppo propensi alle cose materiali, questo Caos, ci fa paura.


Ma come sostenne il filosofo tedesco, dal Caos, si partorisce la Stella che danza.

Io la penso, come lui.


Siamo tutti ugualmente deboli dentro, ma reagire è necessario, se si vuole continuare. E quindi ben venga quel "caos" che a volte vi confonde tanto.


La Stella la stella potrebbe essere l' Oltreuomo, o quanto meno uno Spirito Libero.

Letteralmente, Nietzsche, ci invita ad accettare il caos e la casualità del mondo per poter generare qualcosa di grandioso...


Uno Spirito Libero è appunto un amante dalla Verità e della Conoscenza, che arriva a smascherare le illusioni delle credenze comuni.


Se non si accetta la vita nella sua semplice casualità (caos), non si potrà generare alcuna Stella (Oltreuomo).


Credo, che cambierà tutto!

Si tornerà a credere, di poter realizzare ciò che Tommaso Campanella, frate domenicano, di origini calabrese, aveva considerato un' Utopia.

La città del sole, cioè un luogo, uno stato, una società inesistente e ideale, migliore di quelle reali, una società perfetta e felice.

Campanella non fu il solo, né il primo, prima di lui, nel 1516, Thomas More (spesso italianizzato in Tommaso Moro), filosofo e politico umanista inglese, aveva pubblicato Utopia, un romanzo in cui descriveva la vita felice degli abitanti di un’isola in cui non esiste proprietà privata né denaro, in cui tutti lavorano e diverse religioni convivono pacificamente.


Questo è ciò che io auspico, la Stella danzante, non è altro che una Società Migliore.

La materialità e la possessività, causano conflitti, dolori, gelosie e tutti i mali sociali.

Un giorno, ciascun individuo, avrà accesso a ciò di cui ha bisogno e nessuno soffrirà la mancanza di alcunché.


Sognatrice? Si, molto, ma soprattutto Ottimista e Positiva!


Serena Giornata

Francesca De Rose




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